Klavierstücke e Risonanze elettroniche
Conservatorio San Pietro a Majella, sala Martucci
Martedì 12 novembre ore 18.00
I Klavierstücke I-VIII di Karlheinz Stockhausen ruotano intorno all’esperienza elettronica degli Elektronische Studie I e II. Se i Klavierstücke I-IV (1952-53, dedicati a Marcelle Mercenier) rappresentano una sorta di schizzo dei pezzi elettronici che verranno, i Klavierstücke V-VIII (1954-55, dedicati a David Tudor) rivelano una nuova attenzione al fattore temporale che nel contempo “dilata” la forma secondo “criteri statistici” e consente all’autore di costruire timbri diversi (quasi in competizione con quelli elettronici su cui aveva lavorato per 18 mesi) che emergono dal costante uso di risonanze prodotte dalla pressione silenziosa dei tasti.
Inoltre le due serie rappresentano il passaggio dal serialismo integrale al controllo aleatorio delle strutture, dalla musica per “punti” (Punkte) alla musica per “gruppi” (Gruppen). Nella nostra esecuzione, la serie V-VIII verrà amplificata secondo le indicazioni dello stesso Stockhausen che voleva “immergere” l’ascoltatore nelle risonanze dello strumento.
Gli Studi elettronici I-VIII di Roberto Doati prendono ispirazione dai Klavierstücke I-VIII. L’autore ha voluto ricreare il suono elettronico degli anni ‘50: nella sua morfologia principale tanto simile a quella dei suoni di pianoforte (dovuta a tagli netti del nastro magnetico) e nel suo “colore” ottenuto anche grazie alla convoluzione con la risposta all’impulso del riverbero a piastra EMT 140, quello usato da Stockhausen per Kontakte.
Ogni studio adotta generazioni spettrali e articolazioni diverse in una sorta di ‘mala copiatura’ dei Klavierstücke, ma sempre concependo ogni suono come una momentform la cui durata e istante di inizio siano imprevedibili, ed entro cui talvolta è possibile sentire l’eco appena accennata di una composizione strumentale.